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Approccio tecnico allo stress

Approccio tecnico allo stress

Nell’impostazione tecnica lo stress viene considerato come la caratteristica di uno stimolo dell’ambiente di un individuo che, di norma, viene concepito in termini di carico o di livello di richieste rivolte all’individuo, oppure di elementi avversi (minacciosi) o dannosi di tale ambiente (Cox et al. in a cura di Leka et al. 2010).

Nel 1947, riferendosi ai disturbi psicologici del personale di volo della Royal Air Force, Symonds (Leka et al. 2010, citato in: Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro 2000) ha scritto che “lo stress è ciò che accade all’uomo, non ciò che accade in lui; si tratta di un insieme di cause non di un insieme di sintomi.” Nelle stesse pubblicazioni si riportano una serie di osservazioni simili di Spielberger (1976) (citato in: Spielberger et al. 2005) dove afferma che il termine stress andrebbe riferito alle caratteristiche oggettive delle situazioni. In base a questa prospettiva, si sostiene che lo stress produca una reazione di tensione che, sebbene spesso reversibile, in talune occasioni può rivelarsi irreversibile e dannosa (Cox et al. 1981, Sutherland et al. 1990 citati da Cox et al. 1995, in Broome et al., a cura di, p. 21-34).

Il concetto di una “soglia di stress” deriva da questo modo di pensare e le differenze individuali relative a questa soglia sono state utilizzate per spiegare le differenze nella resistenza e nella vulnerabilità allo stress.