L’approccio fisiologico ha ricevuto la spinta iniziale dal lavoro di Selye degli anni ’50 dello scorso secolo. Egli ha definito lo stress come “uno stato manifestato da una sindrome specifica composta da tutti i cambiamenti non specifici che avvengono nel sistema biologico” che si verificano quando veniamo minacciati da stimoli avversi o dannosi. Lo stress viene trattato come una sindrome di risposta fisiologica non specifica e generalizzata.
Selye ha sostenuto che la reazione fisiologica fosse di natura trifasica, composta da una fase iniziale di allarme, seguita da una fase di resistenza che, in alcuni casi, dava luogo ad una fase finale di esaurimento.
Selye (Selye 1936) precisò questa risposta nella sindrome generale di adattamento (GAS) e graficamente viene descritta con una U rovesciata dove le due parti declivi rappresentano la prima il distress espresso nella carenza di stimoli e monotonia del lavoro, la seconda il distress nell’eccesso di stimoli che eccedono le capacità del lavoratore.
La parte curva esprime l’eustress cioè la reazione neuroendocrina e psichica armoniosa generata dalle sollecitazioni ambientali proporzionate alle capacità di risposta della persona.
Questo modello origina da uno schema stimolo-risposta dove la persona è concepita come recettore passivo e sono sottovalutati i processi percettivi e valutativi, le differenze individuali e di contesto nonché le strategie di gestione della relazione persona-ambiente (Sarchielli G. 2003); ci si sofferma soprattutto sulle risposte allo stress, cioè le conseguenze esperienziali e comportamentali: lo strain.
Mason (1968, 1975) non fu pienamente d’accordo con Selye poiché per lui la risposta agli stimoli non era aspecifica ma variava con le particolari proprietà degli stimoli; egli coniò il termine di “psico-endocrinologia”.
Mason (1971) ha dimostrato che alcuni stimoli fisici dannosi non determinano una reazione di stress nella sua interezza.
Quasi contemporaneamente a Selye (Selye 1936), nella definizione del concetto di stress, Walter B.Cannon (1929) descrisse la risposta di attacco e fuga in fight or fly response.
Come Selye aveva concentrato la sua attenzione agli aspetti endocrini della risposta (Selye 1936), così anche Cannon (1929) descrisse la risposta evocata nell’individuo da situazioni ambientali potenzialmente minacciose con una serie di modificazioni fisiologiche nelle quali il sistema simpatico ha un ruolo centrale in risposta allo stress: egli dimostrò l’importanza della secrezione di adrenalina e noradrenalina, ormoni del sistema nervoso simpatico, rilasciati l’uno dalla porzione midollare del surrene, l’altro dalle terminazioni simpatiche.
Per Cannon, lo stress veniva definito in base agli stimoli necessari per ottenere queste risposte fisiologiche.